Orizzonti sonori

room 1 ECHOES

Location: Polistena, Reggio Calabria, Italy

Orizzonti Sonori è un'esperienza sensoriale e immersiva che fonde l'ascolto profondo del paesaggio con la vastità dell'orizzonte. L'opera invita il pubblico a ridefinire il proprio rapporto con la natura, non solo osservandola con gli occhi, ma percependo i suoi confini invisibili attraverso il suono.L'obiettivo è trasformare l'orizzonte, da semplice confine visivo, in un'esperienza acustica, rivelando le "eco lontane" di un paesaggio altrimenti silenzioso.


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The Echoes


Orizzonti sonori

Orizzonti Sonori è un'esperienza sensoriale e immersiva che fonde l'ascolto profondo del paesaggio c…

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La Voce degli Alberi (Taormina)

La Voce degli Alberi (Taormina)

La voce degli alberi Sound Walk (passeggiata sonora) ideata e realizzata da Giovanna Iorio Poesie di Pasolini, Gatto, Ungaretti, Merini, Montale, Fortini, Roversi, Rosselli e un omaggio alle voci siciliane di Pirandello e Ignazio Buttitta. Isola Musicale del Notturno Concertante https://thevoiceoftrees.weebly.com/
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La voce degli alberi (Lipari)

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Prima Tappa: Davide Cortese racconta la sua Lipari
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La Voce degli Alberi (Lentini, Sicilia)

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La voce degli Alberi Installazione di Giovanna Iorio Voci di Pasolini, Montale, Ungaretti, Merini, Penna, Pirandello e Butitta. Isola Musicale del Notturno Concertante https://thevoiceoftrees.weebly.com/
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La Voce degli Alberi (Siracusa)

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Voice of Trees by Giovanna Iorio A poem by Francesco Randazzo
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La Voce degli alberi (Vibonati, SA)

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http://agricoltura.regione.campania.it/foreste/monum/scheda_88.html
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Spore - Pratiche di Ascolto per un Ecologia Diffusa

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Spore è un opera di Sound Art che prende le spoglie di una camminata. Una pratica di ascolto immersivo nello spazio che si muove come un organismo poroso. Non è un percorso lineare, ma un attraversamento sensoriale, un’esperienza acustica che invita il corpo ad abitare l’ambiente come parte di una rete, una maglia vibrante di relazioni. Non si tratta di orientarsi o interpretare: si tratta di stare dentro. Di sentire i limiti del sé confondersi con quelli del paesaggio. Non guida, non insegna. Sospende. Lascia che sia il suono a formare le soglie, i passaggi, le domande. Il paesaggio sonoro che si esplora è composto da tre ambienti – antropofonico, biofonico e geofonico – che si susseguono ma si contaminano, si sovrappongono. Il suono non è solo un elemento percettivo, ma una forma di connessione. Un modo per avvertire la co-presenza, la co- esistenza, la reciprocità tra umano, vivente e mondo. -Antropofonia - il rumore della presenza Il primo ambiente raccoglie i suoni prodotti dall’attività umana. Non sono rumori da eliminare o disturbi da correggere: sono testimonianze. Motori, passi, voci, strutture, frizioni. Tracce, frasi, meccanismi, macchine: l’umano si fa suono, si fa sistema. Ascoltarle è un modo per riconoscere la propria incidenza sul mondo, riconoscersi co-autori del paesaggio, non come entità separata. In questa fase, la soundwalk diventa una riflessione incarnata sul modo in cui abitiamo lo spazio. -Biofonia - il ritmo dell’ altro vivente Insetti, uccelli, animali, vegetali. L’ascolto qui è simbiosi, è permeabilità e richiede attenzione sottile, disponibilità all’alterità. Non si è al centro: si è ospiti temporanei di una rete sonora che esiste a prescindere dallo sguardo umano, e che manifesta la propria intelligenza senza parole. Questa dimensione invita a decentrarsi, a percepirsi come un corpo tra altri corpi, tutti agenti, tutti rispondenti. -Geofonia - il corpo del mondo. L’ultimo ambiente raccoglie i suoni non-biologici del mondo: vento, acqua, pietra, elettricità. Qui si fa esperienza del paesaggio come materia attiva, come corpo che suona, che vibra, che partecipa. Qui si ascolta il tempo profondo, il movimento delle forze, la vibrazione delle cose prima del pensiero. Il suono non è più solo percezione, ma relazione fisica. Camminare ascoltando geofonie è come sintonizzarsi con una memoria più antica, più lenta. È un invito a rallentare, a sentire il tempo lungo delle cose, dei cicli, dei mutamenti. Spore propone un’esperienza dove l’ascolto diventa strumento di relazione ecologica, di consapevolezza sensoriale e politica. Non c’è nulla da “capire”: c’è da sentire, da stare, da essere attraversati. L’opera vuole stimolare un ascolto che non si limiti all’udito, ma coinvolga tutto il corpo. Un ascolto che non giudica, ma accoglie. Un ascolto che rivela l’ambiente non come sfondo, ma come presenza attiva con cui siamo in dialogo costante.
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ARBOSONICA

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Max Magaldi con i contributi originali di Claudia Fabris e Daniela Pes. Arbosonica è una sonorizzazione immersiva che aggiunge una quarta dimensione sonora all’ecosistema del Parco Archeologico di Herakleia di Policoro (MT). L’opera riflette sulla permanenza storico-archeologica del suono, della parola e della voce articolandosi in mappature geolocalizzate che, attraverso l’ascolto in movimento, attualizzano le possibili esperienze passate, presenti e future del luogo. Al cuore dell’installazione riecheggia il mito di Demetra e Persefone, archetipo del ciclo vita-morte-rinascita: un dualismo, tra profondità e superficie, presenza e assenza, silenzio e voce, che riverbera negli elementi naturali del Parco. Le parole della poetessa Claudia Fabris e la voce della musicista Daniela Pes si intrecciano con i suoni del luogo raccolti e ritessuti da Max Magaldi, restituendo la sensazione che sia il luogo stesso a raccontare la propria storia. Arbosonica is an immersive sound installation that adds a fourth sonic dimension to the ecosystem of the Archaeological Park of Herakleia in Policoro (Italy). The work reflects on the historical and archaeological persistence of sound, speech, and voice, unfolding through geolocated sound mappings that, through movement-based listening, activate ambient soundscapes and reawaken the possible past, present, and future experiences of the site. At its core echoes the myth of Demeter and Persephone, archetype of the life–death–rebirth cycle: a dualism between depth and surface, presence and absence, silence and voice, resonating through the Park’s natural elements. The words of poet Claudia Fabris and the voice of musician Daniela Pes intertwine with the sounds of the place, recorded and recomposed by Max Magaldi, evoking the sensation that it is the site itself that speaks—telling its own story through sound. Siris Parco Archeologico di Herakleia, Policoro (MT) A cura di STUDIO STUDIO STUDIO di Edoardo Tresoldi Direttore Artistico: Antonio Oriente Parte del progetto di “Valorizzazione aree sacre del Parco Archeologico di Herakleia e realizzazione di un Ecomuseo” nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) “Cultura e Sviluppo” Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014-2020 Promosso dal Ministero della Cultura Il Museo Archeologico Nazionale della Siritide e il Parco Archeologico di Herakleia sono compresi nella rete dei Musei e Parchi Archeologici Nazionali, gestiti dai Musei Nazionali di Matera – Direzione Regionale Musei Nazionali Basilicata. Artisti: Gijs Van Vaerenbergh, Selva Aparicio e Max Magaldi con i contributi originali di Claudia Fabris e Daniela Pes Documentario: Giovanni Troilo
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Prova

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La Voce degli alberi (Tricase, Lecce)

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La voce degli alberi Sound Walk ideata e realizzata da Giovanna Iorio Poesie di Giovanna Iorio da Dieci Nuove Poesie d'amore per un albero (inedite) Lettura italiana di Barbara Marchand Lettura francese di Marilyne Bertoncini Lettura inglese di Charlotte Chadwick-Jones Musica e montaggio di Lucio Lazzaruolo (Notturno Concertante) Immagini di copertina: Voice Portraits di Giovanna Iorio
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